Incidente od Omicidio Rituale?
Estratto da David Icke, Il Segreto più Nascosto, Macro 2001
Elaborazione e correzione dell’OCR di Stefano Bellotti
Ritengo che Diana sia stata destinata a morire a quell’ora e in quel punto di Parigi molti anni prima. È possibile che ciò sia stato progettato sin dalla sua infanzia, persino dalla nascita. So che può sembrare esagerato, ma quando si entra un po’ addentro alle vicende della Confraternita, ci si rende conto che i suoi membri non formulano i loro piani settimane o mesi in anticipo, ma addirittura secoli.
Il fatto che Diana fosse nata nel 1961 e appartenesse alla famiglia degli Spencer potrebbe essere stato determinante perché diventasse un simbolo di Diana e quindi una vittima sacrificale destinata a morire in un luogo un tempo sacro a Diana, la galleria del Pont de l’Alma, a Parigi. Penso che ci siano ottime probabilità che le cose siano andate esattamente così.
Si è tramato affinché Diana si sposasse col principe Carlo e finisse poi la sua vita nella galleria del Pont de L’Alma. La gente crede che organizzare l’omicidio di Diana avrebbe comportato una laboriosa pianificazione e moltissimo tempo. Sì, questo è probabilmente vero. Ma di tempo ne avevano molto.
Diana Frances Spencer nacque a Park House, nella tenuta reale di Sandringham, nel Norfolk, il 1° luglio 1961, terza e ultima figlia del visconte di Althorp, in seguito ottavo conte Spencer, e di sua moglie Frances Roche. I suoi genitori si separarono quando lei aveva sei anni e divorziarono nel 1969 e sua madre sposò il magnate della carta da parati Peter Shand-Kidd. Diana aveva un fratello più piccolo, Charles, l’attuale conte Spencer, e due sorelle, Jane e Sarah. Un altro figlio era nato prima di Diana, ma era morto e lei era convinta che i suoi genitori avrebbero preferito, al suo posto, un erede maschio. Diana disse di aver avuto un’infanzia molto infelice e nel corso della sua breve vita dovette costantemente bramare quell’amore e quel calore che le era stato negato da bambina. Avendo vissuto a Sandringham conobbe la regina sin da quando era piccola ed era solita giocare con i suoi figli. Si dice che Carlo abbia visto Diana per la prima volta quando questa era ancora in carrozzina. Lei ricordava, per altro senza alcuna nostalgia, che ogni anno, durante le vacanze, veniva mandata nella residenza della regina per vedere il film Chitty Chitty Bang Bang. La scelta del film è interessante, poiché l’autore del libro da cui è tratto è Ian Fleming, agente dei servizi segreti, amico di Aleister Crowley e autore dei romanzi di James Bond. Il film parla di un re e una regina che odiano i bambini. Ingaggiano un accalappia-bambini affinché li adeschi, li rapisca e li metta in gabbia. A questo punto vengono condotti in un castello e chiusi in una prigione sotterranea. Sono tutti richiami simbolici alla realtà e non si può certo credere che i Windsor facessero vedere a Diana questo film per caso. Diana disse a Andrew Morton, secondo quanto egli riporta nel suo libro: «L’atmosfera era sempre strana quando andavamo là e io di solito davo calci e pugni a chiunque ci spingesse ad andare»[21]. Quindi i Windsor avevano le idee chiare su Diana, fin dalla sua nascita. All’età di 13 anni, dopo che suo padre ereditò il titolo di conte di Spencer, Diana si trasferì da Norfolk a Althorp, nel Northamptonshire, terra d’origine della famiglia Spencer. Diana ebbe un grande dispiacere quando suo padre sposò Raine, figlia della scrittrice Barbara Cartland, poiché la detestava profondamente. In Diana: Her True Story, ella racconta come nel settembre 1989 riversò tutti i suoi anni di frustrazione su Raine: «Le dissi cosa pensavo di lei, e non avevo mai provato una rabbia simile. Ricordo di essermi avventata contro di lei. Dissi: “Se solo sapessi quanto noi tutti ti odiamo per quello che ci hai fatto, hai rovinato la casa (Althorp), hai speso tutti i soldi di papà, e per cosa?”». L’empatia che Diana sentiva nei confronti delle persone che hanno problemi emotivi derivava dalle cicatrici che portò con sé per tutta la sua vita.
Gli Spencer appartengono all’Élite. Sono cugini degli Spencer-Churchill e imparentati con la famiglia Marlborough di Blenheim Palace, nello Oxfordshire, dove nacque Winston Churchill. Tra gli altri antenati figurano il duca di Marlborough e Sir Robert Walpole e la famiglia Spencer ereditò una considerevole fortuna da Sarah, duchessa di Marlborough. Gli Spencer si imparentarono anche con i Cavendish, i duchi di Devonshire presso la Chatsworth House, e questo ramo divenne noto come Spencer-Cavendish. Diana condivideva col principe Carlo degli antenati comuni, come il terzo duca di Devonshire e, soprattutto, re Giacomo I, il primo re Stuart di Inghilterra e Scozia, e finanziatore di Francis Bacon. Fu re Giacomo a rivestire un ruolo altamente significativo nell’espansione della Confraternita, nella formazione della Virginia Company che ancora possiede gli Stali Uniti, e nella pubblicazione della versione biblica di re Giacomo. Anche Diana discendeva, per vie diverse, dai re Stuart, Carlo II e Giacomo II, che la collegavano, come nel caso di Giacomo I, con la dinastia francese dei Merovingi. Carlo II ebbe così tanti figli fuori dal matrimonio che Dio solo sa dove sono oggi i suoi discendenti. Una cosa è certa, cioè che la Confraternita lo sa. Come succede per tutte le famiglie dell’Élite, gli Spencer sono una stirpe importante e Diana era imparentata con un’infinità di famiglie aristocratiche, compresi i conti di Lucan. Inoltre, gli Spencer hanno legami di sangue con molte eminenti famiglie americane, e sono imparentati alla lontana con i Rockefeller. Hanno una lunga storia di asservimento al re e la tradizione si è mantenuta col padre di Diana. Egli fu scudiero di re Giorgio VI (che si sposò con la regina madre) e della regina Elisabetta. La sorella di Diana Jane, è sposata con Sir Robert Fellowes, segretario privato della regina all’epoca in cui morì Diana. Entrambe le nonne di Diana, la contessa Spencer e Ruth Lady Fermoy, appartenevano al circolo ristretto della corte della regina madre, come pure quattro delle sue prozie. Gli Spencer e la regina madre erano molto amiche e furono Lady Fermoy e la regina madre a combinare il matrimonio tra Diana e il principe Carlo. Tutto questo assume un significato particolare se si pensa alla vera natura della regina madre.
Il conto alla rovescia per il matrimonio iniziò quando Diana incontrò il principe Carlo a Althorp, mentre costui aveva una relazione con sua sorella Sarah, nel 1977. Diana aveva 16 anni, ma fu tre anni dopo che i Windsor cominciarono a dedicarsi a lei. Con la regina madre e Lady Fermoy che tramavano dietro le quinte, Diana venne invitala a un ballo a Buckingham Palace per celebrare il 30° compleanno di Carlo. Allora, nel luglio 1980, un amico di Carlo, Philip de Pass, le chiese di rimanere con loro, in presenza del principe. Per dirla con le parole di Diana. Carlo fu tutto preso da lei e “si lanciò praticamente su di me”[22]. Le chiese di andare con lui a Buckingham Palace il giorno dopo e a settembre la invitò a trascorrere le vacanze insieme ai Windsor nella residenza scozzese di Balmoral. In seguito, Carlo le chiese di sposarlo e lei accettò. «Ti amo tantissimo», gli disse Diana. «Ma cos’è l’amore?». rispose Carlo[23]. Questa affermazione di Carlo la dice lunga sui Windsor e su come allevano i loro figli. Questi non capiscono cos’è l’amore perché ne danno e ne ricevono davvero poco. Immaginate di essere un bambino e di dovervi mettere in fila con tutti gli altri per stringere la mano di …