La Truffa che Mette Tutti d’Accordo: Destra, Sinistra e Centro
Estratto da D. Marin, Cronache del Dominio, 2024
Immaginiamo… La nostra nazione si chiama “Pollolandia” e la valuta corrente è il “Grano”. Adesso contiamo… i miei grani, i tuoi, quelli di tutti, in ogni forma possibile: banconote, conti correnti, carte, … Tutti insieme fanno 1.000 grani. Ipotizziamo che corrispondano al valore di 1.000 tonnellate d’oro.
Quest’anno lo Stato necessita di 20 grani per pagare i dipendenti pubblici, di cui però non dispone. Il Ministero del Tesoro deve allora valutare tre possibili soluzioni:
1. Emissione di Titoli di Stato (BOT). Acquistando un BOT il cittadino sta di fatto firmando un contratto con cui si impegna a prestare allo Stato una parte dei propri soldi, tipicamente per 5 o 10 anni, alla conclusione dei quali attende di recuperarli con un piccolo interesse. Tale soluzione è evidentemente parziale e temporanea. Le istituzioni possono convincere ad aderirvi solo una piccola parte dei cittadini. Inoltre lo Stato si trova costretto ad aumentare consistentemente il proprio PIL, poiché alla scadenza dei titoli deve restituire il denaro (con gli interessi) ai cittadini creditori, dovendo comunque continuare a stipendiare i propri dipendenti pubblici. Se il PIL non aumenta sensibilmente, il Ministero a quel punto deve affrontare una mancanza di denaro superiore a quella rilevata inizialmente;
2. Tassazione esplicita. Lo Stato impone nuove tasse con motivazioni più o meno credibili. Si tratta di un’eventualità compatibile con un governo tecnico (che non ha bisogno di elettori) ma poco conciliabile con la politica del consenso che ogni uomo di Stato porta avanti per amore della ricchezza e della fama;
3. Tassazione implicita. Lo Stato stampa nuova valuta.
Il Ministero riesce a recuperare 10 grani con i BOT; quindi stampa nuova valuta per altri 10 grani, così da raggiungere il totale dei 20 grani mancanti. A questo punto la valuta totale della nazione conta 1.010 grani, corrispondenti però sempre a 1.000 tonnellate d’oro. Se prima 1 grano valeva quanto una tonnellata d’oro, adesso la stessa valuta può comprarne 990 chilogrammi. Tutti i cittadini sono stati impoveriti proporzionalmente al proprio capitale, e da un certo punto di vista si potrebbe considerarlo un sistema ragionevole. Gli stipendi ovviamente devono essere aumentati. Se un lavoratore prima guadagnava 1 grano al mese, adesso deve guadagnare 1,01 grani, un adeguamento che nell’epoca pre-Euro veniva garantito dal cosiddetto sistema della “Scala Mobile”.
Tutto a posto quindi? No… Perché Pollolandia, come praticamente tutte le nazioni civili, ha firmato un accordo suicida con i più grandi magnati della Terra. Fanno eccezione i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) e pochi altri, come Cuba, l’Iran e la Siria. Altre eccezioni erano l’Iraq e la Libia, ma il disturbo è stato tolto.
L’accordo suicida priva il Ministero del Tesoro del proprio diritto a stampare valuta. Tale diritto è stato ceduto ad un ente privato chiamato “Banca Centrale”. Oggi abbiamo l’arcinota BCE (Banca Centrale Europea), i cui azionisti sono le Banche Centrali Nazionali, come la “Banca d’Italia”, che a sua volta è posseduta da azionisti rigorosamente privati che sono i titolari delle Banche Commerciali, come Intesa San Paolo, Unicredit, Assicurazioni Generali, Banca Carige, BNL, ecc.
Lo Stato quindi incarica la Banca Privata di stampare 10 grani. La Banca spende pochissimi centesimi per ogni banconota stampata, e praticamente nulla per la valuta creata all’interno di depositi virtuali. Come abbiamo detto più su, i veri pagatori sono i cittadini, tutti i cittadini, la cui valuta viene privata di parte del suo valore.
Ciononostante la Banca Privata approfitta della confusione naturale del processo per registrare un prestito effettivo di 10 grani. Lo Stato diventa debitore verso la Banca di 10 grani che in realtà sono stati tolti ai cittadini. Quest’ultimi sono così imbrogliati due volte: non solo sono stati tassati senza venirne informati esplicitamente (abbassando il potere d’acquisto del loro denaro), ma sono altresì divenuti debitori per un prestito che di fatto non è mai avvenuto.
Certamente la Banca Privata non chiederà mai di riavere indietro tutto il denaro da lei creato. La verità è che anche i 1.000 grani iniziali devono per forza esser stati creati dalla Banca, per cui il Debito dello Stato verso la Banca, che tutti noi conosciamo come “Debito Pubblico”, corrisponde inevitabilmente alla totalità della valuta presente nel Paese, considerata, come dicevamo, in ogni possibile forma (banconota, conto corrente, carte, ecc.). Restituirlo vorrebbe dire non avere più denaro a disposizione.
La Banca chiede tuttavia che ogni anno le venga pagato un interesse su questo debito, che per Pollolandia (e per l’Italia) si aggira intorno al 3% del valore nominale. Ciò vuol dire che Pollolandia deve pagare alla Banca 30 grani l’anno senza alcuna ragione valida. (Per l’Italia, con un Debito di circa 3.000 miliardi di Euro, si tratta di 90 miliardi di Euro l’anno, circa il triplo del denaro annualmente a disposizione per la fornitura dei servizi pubblici.)
Con tale strategia si ottengono due risultati. Il primo è l’arricchimento spropositato delle élite. Il secondo è la trasformazione dello Stato in una vasca che perde. Per quanto ogni anno si produca e si riempia la vasca, questa continua a venire svuotata da sotto con il sistema del debito. Ogni anno i cittadini devono produrre più dell’anno precedente. Se la tecnologia in costante progresso permet-terebbe di produrre la stessa ricchezza in minor tempo, garantendo ai lavoratori gli stessi stipendi con meno ore di lavoro, il sistema del debito li costringe a lavorare sempre le stesse ore in quanto è aumentata la ricchezza da produrre. In questo modo la popolazione viene mantenuta occupata; i cittadini hanno poco tempo libero, e in quel poco non riescono a rilassarsi, sono troppo stanchi per informarsi, per comprendere, o per organizzare un mondo diverso.
Poiché attualmente l’accesso alla politica nazionale avviene rigorosamente per appoggi famigliari o per tramite della Massoneria, sono i cosiddetti “Osservatori” a scegliere i politici. E quest’ultimi devono essere obbedienti, abbastanza intelligenti da comprendere gli ordini ma non abbastanza da criticarli, e soprattutto… corruttibili. Il politico deve necessariamente possedere uno “scheletro nell’armadio”, che possa emergere opportunamente in caso di disobbedienza. Così il politico si guarderà bene dall’agire contro le direttive. Ogni politico accetta tacitamente di non contestare il sistema del debito, e semmai valutasse comunque di disobbedire, avrebbe firmato la propria condanna a morte, come accadde ad Aldo Moro nel ’78 (o a Kennedy ed Abramo Lincoln in America, per la stessa ragione).
Come siamo arrivati a questo? Molto semplice: i banchieri hanno individuato un nobile ambizioso e gli hanno offerto la possibilità di diventare re di una grande nazione. Gli hanno fornito un esercito (o i soldi per comprarlo); oppure, come nel caso Inglese, hanno corrotto il Parlamento affinché gli affidasse la Corona. In cambio hanno ottenuto l’esclusiva nella creazione di denaro, ovvero l’istituzione di una Banca Centrale (Privata).
In Italia qualcun altro pagò Carlo Alberto di Savoia e suo figlio Vittorio Emanuele II. Prima di salpare da Quarto, la notte tra il 5 e il 6 maggio 1860, gli accordi erano stati siglati. Non bastavano i Mille. Coi soldi dei banchieri i Savoia pagarono gruppi di banditi del Regno di Napoli affinché fungessero da quinta colonna, sabotando il Regno dall’interno. Oggi li chiamiamo “mafiosi”, e quello fu il primo “Accordo Stato-Mafia”. (Il contatto avvenne facilmente tramite la Massoneria.) Ma il denaro dei banchieri non fu sufficiente a pagarli. In cambio si dovette accettare anche la partecipazione silenziosa della Mafia agli affari pubblici, che continua ancora oggi. Un politico che propagandi la lotta alla Mafia sta ovviamente mentendo. Se ha ottenuto il posto, è perché ha accettato il compromesso. Come ha accettato di non mettere mai in discussione il sistema del debito, che nel caso italiano ebbe inizio con il patto stipulato dai Savoia, che in cambio del potere sulla Penisola accettarono di imporre alla propria gente un guinzaglio che potrà solo continuare a restringersi, fino a privarli del tutto della libertà.
Non esiste alcun politico onesto. Se fosse onesto si opporrebbe al Sistema del Debito, ma se lo facesse non sarebbe più un politico, anzi, molto probabilmente non sarebbe nemmeno in vita.
Dal Conflitto dei Balcani (scoppiato nel 1991), fino alle Rivoluzioni Colorate di Georgia ed Ucraina (protrattesi al 2014), passando per le Primavere Arabe, un tesoro incalcolabile è piovuto dai cieli d’America nelle tasche di qualunque squadra paramilitare fosse ritenuta capace di far crollare i regimi disallineati di Europa, Nord-Africa e Medio Oriente (ovvero quei governi che si ostinavano a mantenere una Banca Centrale pubblica).
Un nutrito gruppo di analisti attribuisce gran parte di suddette operazioni a delle fondazioni ri-conducibili all’imprenditore George Soros, distinguendo per maggiore impegno l’Open Society, di cui lo stesso è fondatore e consigliere. I destinatari dei finanziamenti sarebbero stati scelti unicamente sulla base delle capacità militari e dell’uso efficace della propaganda, senza alcun peso per gli aspetti morali. In Ucraina, ad esempio, sarebbero stati foraggiati a più riprese i golpisti di “Svoboda”, partito dichiaratamente nazista che nel 2014 contribuì con tre ministri alla costituzione del primo governo Yatseniuk.
Più indietro nel tempo la stessa strategia sarebbe stata applicata all’America Latina e all’Africa Subsahariana, favorendo tra gli altri gli omicidi dei presidenti Salvador Allende (in Cile, nel 1973) e Thomas Sankara (in Burkina Faso, nel 1987).