Sei insoddisfatto? Ti senti in gabbia? Senti che la tua vita non ha direzione? Ti ascolto.
La mia credenziale è la mia storia. Confuso nelle mie percezioni ed esasperato da una patologia che mi incastrava in un presente eterno e ingombrante, ho provato a codificare la mente umana da fuori e da dentro. Così sono un raro caso di disturbo ossessivo-compulsivo diagnosticato come “gravemente invalidante” e ad oggi completamente guarito.
Ho ottenuto il diploma di counselor olistico, l’abilitazione psico-pedagogica all’insegnamento e un master come facilitatore mindfulness. Conosco la psicanalisi freudiana, la gestalt, la psicosintesi, la psicologia archetipa, la bioenergetica e la psicomagia di Jodorowsky. Non possiedo per ora una laurea in psicologia (la mia è in fisica), e a parte gli attestati suddetti è tutto apprendimento autonomo, sicché il mio mandato è limitato.
Considerato lo scopo, il nostro rapporto si esaurirà in pochi incontri, magari uno soltanto. Ti ascolterò, e se l’elefante è nella stanza, sarò lì ad indicartelo. Dopodiché ti consegnerò una lettura o più letture chiarificatrici, per certi versi curative. In base alla complessità, potrebbe avvenire al momento o via messaggio nei giorni seguenti. Se usualmente non leggi, è tempo di cominciare. Non c’è altro modo per divenire temporaneamente un altro e guarire per “contagio”. Se sei a “digiuno”, considera che potrebbe volerci un po’ per imparare a rendere le immagini tangibili e quindi efficaci. Ma è sufficiente perseverare nell’esercizio. L’alternativa è scomparire del tutto con qualche stratagemma chimico, ma poi si ritorna, in una forma o nell’altra.
Si rammentino le parole di Clarissa Pinkola Estés, analista junghiana, riportate nel bestseller Donne che Corrono coi Lupi:
«Se una storia è un seme, noi siamo il suo terreno. Ascoltando la storia, riusciamo a esperirla come se noi stesse fossimo l’eroina che alla fine vince o cade. Se ascoltiamo la storia di un lupo, dopo per qualche tempo andiamo vagando come un lupo, e come un lupo sappiamo. Se ascoltiamo la storia di una colomba che finalmente ritrova il suo piccolo, dopo per qualche tempo qualcosa si muove dietro il nostro petto ricoperto di piume. Se la storia racconta come venne sottratta la perla sacra che il nono drago teneva fra gli artigli, poi ci sentiamo spossate, e soddisfatte. In maniera assai reale, resta in noi un imprinting per il fatto stesso di aver ascoltato una storia.
«Fra gli junghiani si chiama “partecipazione mistica”, un termine ripreso dall’antropologo Levy-Bruhl, usato per designare una relazione in cui “una persona non può vedersi come individualità separata dall’oggetto o dalla cosa che contempla”. Tra i freudiani si chiama “identificazione proiettiva”. Fra gli antropologi talvolta si chiama “magia simpatetica”.
«Con tutte queste definizioni s’intende la capacità della mente di allontanarsi per un poco dal suo Io e di fondersi con un’altra realtà, cioè con un altro modo di comprendere, con un altro modo di intendere. Fra le guaritrici della mia gente significa sperimentare e apprendere idee mediante uno stato di preghiera o uno stato non ordinario della mente e riportare le introspezioni e la conoscenza acquisite nella realtà consensuale.»
Durante e dopo la lettura ci risentiremo, per chiarimenti e nuove indicazioni. Nuovi libri come nuove esperienze, e nuovi incontri. Probabilmente ancora non sarai integro, ma possiederai la conoscenza sufficiente per proseguire in autonomia.
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Ricorda che dietro il disagio interiore c’è sempre un’interruzione della spontaneità e il tradimento della propria natura. Si tratta “semplicemente” di tornare liberi, di tornare selvaggi.