
Dal 1881 al 1934, le sedute medianiche in casa dei Conti Mancini-Spinucci a Fermo raccolsero le informazioni necessarie alla costruzione di tre macchinari futuristici incentrati sul concetto di “sintropia”. È questa la facoltà di invertire il tempo-proprio di un sistema affinché evolva spontaneamente dal disordine all’ordine, dall’omogeneità alla differenziazione. Come se i cocci a terra si ricomponessero nel vaso così com’era prima di cadere.
Ereditando gli studi preliminari del padre Cesare, e con essi i suoi prototipi, nel 1962 l’ingegnere Alessandro Porro realizzò il “rabdomante elettronico”. Il congegno captava le cosiddette “neutroonde”, emissioni abbinate alle onde elettromagnetiche, di pari frequenza ma capaci di attraversare la materia per chilometri senza venirne attenuate.
Nel sottosuolo padano, alla profondità di circa 400 metri, Porro rivelò dei “campi di sfere”. In ogni campo, decine di strutture sferiche in cemento e titanio occupavano i vertici di un reticolo di passo 80 metri. Il diametro delle sfere era di 40 metri. Al loro interno galleggiava una struttura squadrata suddivisa in 41 locali, ognuno dei quali ospitava un organismo umanoide in animazione sospesa.
Solo nel 1967 Porro ideò un sistema per misurare la profondità delle sfere. Prima supponeva di raggiungerle con uno sterro di 20-30 metri. Fu perciò iniziato uno scavo a Caslino.
Nel febbraio 1966, a 52 metri di profondità, il pozzo incontrò una risorgiva e dovette essere interrotto.
Mario Pincherle fa riferimento alle neutroonde distinguendole tra “onde chimiche” e “onde psichiche”: «Ogni sostanza, ogni materia, ha la sua vibrazione. Se consideriamo una scrittura effettuata con inchiostro, questa scrittura produce due tipi di vibrazioni. Una è dovuta al fatto che un essere umano, di suo pugno, scrive autobiograficamente il suo nome o effettua un qualsiasi altro scritto. Un’altra è dovuta alla composizione chimica dell’inchiostro».
«La vibrazione di una frase scritta autobiograficamente da un uomo ha una particolare lunghezza d’onda ben distinta da quella dell’inchiostro. È un’onda personale (oppure onda psichica) rilevabile anche se lo scritto è posto in busta chiusa. A far da “testimone” basta un capello, un pezzetto di pelle umana, un’unghia che riproducono vibrazioni. Con molta esattezza l’Antenna Bardeloni facilmente rileva queste vibrazioni.»
Il riferimento è al primo prototipo di rabdomante elettronico, realizzato e impiegato dal Generale Cesare Bardeloni nel 1923.
Continua Pincherle: «È anche possibile, con due Antenne Bardeloni poste in località diverse, individuare il luogo in cui si trova una persona scomparsa o nascosta. Questo è il sistema della parallasse e del radiogoniometro. Se la persona ricercata è nel frattempo defunta, l’Antenna Bardeloni, tramite un “testimone”, rileva due centri di irradiazione: uno proveniente dai resti umani, se si sono conservati nella sepoltura, e l’altro in direzione di un particolare punto dello spazio celeste, in cui un misterioso quid continua l’emissione dell’onda psichica della persona ricercata. Questa onda psichica ha lunghezza d’onda invariabile, ma ne varia l’intensità. Per quanto riguarda l’emissione dovuta alla materia inerte, questa onda chimica persiste finché dura la materia; poi, se la materia si dissolve, la vibrazione stessa sparisce».
Un’onda psichica, modulata dal pensiero e “riflessa” dalle creazioni dello stesso, fu registrata anche da Porro negli anni ’60. L’ingegnere trascrisse centinaia di fogli nei caratteri degli Antichi, riconoscendo tra questi anche un sillabario che associava parole a immagini, progettato apposta affinché chiunque a distanza di secoli fosse nella condizione di imparare quella lingua. Furono perciò disposte delle traduzioni, di cui qualcuna presente negli archivi del Rabdo Team.
Le sedute in Villa Spinucci condussero all’istituzione di un laboratorio chiamato “Officina LuX” e sottoposto all’Ordine della Rosa+Croce, in particolare alle logge denominate “RosaCroce d’Oro” e “Ordine dei Polari”.
A metà degli anni ’30 l’Officina arruolò il giovane fisico Ettore Majorana. Intanto, nel ’33, i fascisti avevano organizzato un laboratorio rivale negli scantinati dell’Università La Sapienza di Roma. Denominato “Gabinetto RS33”, la sua direzione toccò guarda caso allo zio di Ettore, Quirino Majorana. Forse per evitare le ingerenze di Quirino, nel ’38 Ettore fece smarrire le sue tracce, riparando prima presso la Certosa di Calci e più tardi nel Convento di Serra San Bruno.
Vent’anni più tardi, le ricerche di Ettore consentirono la realizzazione del “Dito di Dio”, che con un minimo apporto di energia consentiva l’ottenimento di cinque risultati straordinari: 1. Annichilimento della materia; 2. Conversione dello spin particellare in calore; 3. Trasmutazione della materia; 4. Inversione del tempo-proprio e conseguente ringiovanimento degli organismi biologici; 5. Teletrasporto.
Dalle ricerche dell’Officina LuX vennero anche gli UFO avvistati in Italia dal 1924, di cui il primo in agosto di quell’anno a Reggio Emilia. L’UFO-crash del 1933 a Vergiate consentì ai fascisti di mettere le mani su un Disco Volante e di avviare le operazioni di retro-ingegneria del Gabinetto RS33. Le ricerche passarono a Berlino con l’accordo Hitler-Mussolini del 1941, consentendo lo sviluppo del disco volante “Haunebu” e della campana levitante “Die Glocke”.
La NACA (poi NASA) ne acquisì i risultati nel 1945 con il Progetto Paperclip. Curioso però che la stessa tecnologia consentisse il successo dell’Esperimento Philadelphia il 12 agosto 1943, ottenendo il teletrasporto del cacciatorpediniere US Eldridge. Come se Tedeschi e Americani scambiassero la propria tecnologia ancora prima che la guerra finisse. Fatto è che dal 1947 cominciarono gli avvistamenti di UFO sui cieli americani, a iniziare dal 24 giugno con i nove oggetti segnalati dal pilota Kenneth Arnold nelle vicinanze del Monte Rainier, sulla West Coast.
Si suppone che i frequentatori dell’Officina LuX includessero il Segretario del Partito Socialista Unitario Giacomo Matteotti, principale antagonista di Benito Mussolini. Originario di Fratta Polesine, nel 1920 avrebbe accolto lo scrittore Howard Phillips Lovecraft in visita nella vicina Loreo. Nelle sue opere, il romanziere avrebbe trasposto le vicende culminanti dei cosiddetti “Antichi”, qui identificati con la “Stirpe di Cthulhu”. Alla fine della propria storia terrestre, un terzo avrebbe riparato sotto terra; un terzo si sarebbe stabilito su un pianeta del sistema trisolare di Sirio; un terzo infine sarebbe asceso abbandonando il proprio corpo materiale.
Ecco perché ufologia e medianità vanno di pari passo. Esseri ascesi ed extraterrestri condividono la stessa origine e comunicano regolarmente. I contattisti interagiscono con gli uni e gli altri.