Meccanica Quantistica e Bugie Esoteriche
La filosofia, la psicologia e l’esoterismo hanno sempre avuto un ruolo determinante nell’ispirare le nuove concezioni della fisica. Recentemente un grosso merito va riconosciuto al modello psicologico della “Gestalt” che sta trovando applicazione nella “fisica dei sistemi complessi” e che può essere riassunto nell’idea – oramai verificata – che un sistema organizzato non può essere descritto semplicemente accostando le proprietà delle sue componenti, poiché in esso emergono proprietà assolutamente nuove (chiamate appunto “proprietà emergenti”). In termini filosofici: “il Tutto non è la semplice somma delle Parti”. Cade pertanto la convinzione che si possa conoscere l’Universo facendo scontrare violentemente tra di loro atomi, protoni od elettroni, poiché così facendo, rompendo il “sistema complesso”, tutte le proprietà emergenti scompaiono e non possono essere studiate.
Detto questo, va assolutamente condannata la tendenza ad utilizzare il nome di una teoria che non comprendiamo per giustificare delle concezioni fantasiose prive di alcun fondamento. Mi riferisco in particolare alla Meccanica Quantistica, una teoria complessa, che non può essere appresa su dei testi divulgativi e che richiede prima di tutto la padronanza di un linguaggio matematico specialistico. Alcuni concetti possono essere vagamente intuiti, merito anche delle chiare esposizioni di scienziati-scrittori come Brian Green o Mikio Kaku. Ho provato a farlo anch’io in Dalla Coscienza ai Buchi Neri. Ma intuire un concetto tramite simbolo o metafora, non ci autorizza a prendere la metafora alla lettera e ad applicarla oltre il contesto in cui è stata presentata. Laddove si afferma che il comportamento di una particella può essere meglio descritto da un “campo” o, impropriamente, da un’“onda”, non vuol dire che “tutto vibra”. Un’onda è un qualcosa che permea lo spazio e che assume ovunque valori diversi, variabili o costanti nel tempo; dove tali valori “sono alti” è maggiormente probabile che si realizzi qualcosa di vagamente somigliante ad uno scontro tra palline. La Meccanica Quantistica non descrive il Respiro del Brahman. Non vi è inoltre alcuna connessione tra frequenza dell’onda e densità della materia, non è vero che spirito e materia sono la stessa energia che vibra più intensamente nello spirito e più pacatamente nella materia. Un’alta frequenza corrisponde semplicemente ad un alto valore di energia (in senso strettamente fisico), che nel caso di una particella libera si riduce alla sola energia cinetica. In altre parole: la particella (emergente in corrispondenza dell’onda) si muove con una velocità elevata. Si tratta peraltro di una caratteristica relativa, in quanto la velocità di un oggetto dipende dal sistema di riferimento rispetto al quale viene misurata, e le scoperte di Einstein hanno dimostrato che non esiste un sistema di riferimento privilegiato. Altro discorso è usare il termine “frequenza” per il suo valore simbolico, intendendo che due entità di “frequenza” diversa si collocano a valori diversi di uno stesso parametro, ad esempio la posizione lungo una direzione non pienamente percepita, come una quarta dimensione spaziale.
Un’altra idea errata, e pericolosa, è che tutti siano in grado di curarsi con la mente e che pertanto si debbano rifiutare le cure mediche ordinarie. Ora, è piuttosto chiaro che gran parte delle patologie, anche gravi, abbiano un’origine psicologica. Ciò è stato verificato in particolar modo nello sviluppo dei tumori, in quanto lo stress sopprimerebbe gli anticorpi “killer”, ovvero quegli anticorpi che neutralizzano le cellule pretumorali, che più o meno numerose si sviluppano in tutti gli organismi. Se gli anticorpi “killer” sono assenti o sono deboli, le cellule pretumorali diventano cellule tumorali. Tuttavia, a meno che non si abbia una padronanza del proprio spirito ascrivibile a pochi (forse Budda, Gesù e altri quattro), una volta che la massa tumorale abbia raggiunto una certa grandezza, è impensabile contenerla con azioni prettamente energetiche. Non si cura il tumore con il Reiki, né con la Mindfulness. Certamente la Mindfulness serve ad eliminare la causa psicologica che ha innescato il tumore, che sicuramente ha iniziato ad agire mesi o anni prima della sua manifestazione organica, e sulla quale si deve comunque lavorare, per impedire che il tumore faccia di nuovo capolino una volta asportato chirurgicamente. Ma non riassorbirete il tumore meditando. E tuttavia meditate, assolutamente. Chi si limita ad asportare il tumore chirurgicamente, quasi sempre muore in conseguenza di un altro tumore, magari diverso, ma che in un certo senso è lo stesso tumore che ritorna, ricomparso in quanto la causa psicologica non è stata rimossa. Quindi bene la meditazione, bene il reiki, ma non si diventi ingenui. Se il karma vi conduce a rompervi una gamba, magari perché avevate il bisogno inconscio di fermarvi, avrete comunque bisogno di ingessarla.
Altra grande aberrazione è la guarigione passiva. Come la chirurgia, da sola, non vi salva dal tumore, che tornerà a meno che non rivediate consapevolmente il vostro stile di vita, allo stesso modo non vi sarà alcuna guarigione per mezzo della pura imposizione delle mani. L’uso delle mani nel Reiki serve a stimolare il corpo fisico ed i corpi energetici laddove essi trattengano la memoria di un trauma o impediscano la chiara analisi di una situazione. Il “tocco” trasferisce dall’inconscio al conscio, ma è il ricevente che deve poi elaborare il contenuto, dargli un significato ed integrarlo nella propria vita, possibilmente con l’aiuto del praticante. Anche l’esorcismo usa la suggestione dei simboli per distruggere il legame con un’eggregora distruttiva, ma se il credente non modifica i suoi pensieri, quello che i cristiani chiamano “demone” tornerà a comandare.
Chiudo con il concetto di “iniziazione”. L’iniziazione è semplicemente il superamento di un dolore che ci ha condotti sulla soglia della morte mediante il raggiungimento di una nuova consapevolezza. Lo “sciamano” è colui ha superato il proprio dolore, colui che è guarito e che adopera la propria esperienza per insegnare la guarigione agli altri. Badate bene, insegnare, non guarire. Lo sciamano, lo psicologo, il facilitatore Mindfulness o il master Reiki, deve fornire gli strumenti e insegnare al cliente o all’allievo come utilizzarli, ma quest’ultimo può salvarsi unicamente da solo. La responsabilità è sempre nostra. Rido quando leggo di chi intende il Reiki come un potere trasmesso da maestro ad allievo mediante un “tocco magico” che costa 2.000 euro e che, se da un lato è impegnativo (economicamente), dall’altro è estremamente facile, perché non richiede alcuno sforzo (mentale). La disciplina esoterica, la sensibilità all’aura e in generale l’empatia, si imparano con il dolore e il suo superamento mediante la lotta e la progressiva presa di coscienza. Non c’è nessun’altra via. Per quanti attestati riceviate. Che poi la società ci imponga gli attestati per operare “a norma” è un’altra questione. Ho dovuto prenderli anch’io, ma esercitare solo in forza di un attestato non è onesto.